“Andate fuori e dipingete le stelle” Van Gogh “Il cielo è un muro intonacato che aspetta di essere effigiato con segni primordiali, lettere vaganti che cadono come squame da un cerchio nero (o bianco) che può essere una luna nuova o un sole all’aurora. O un buco nero. In principio era verbum” Giuseppe Sermonti, dell’Osaka Group of Dynamic Structuralism
Una serie di lavori dedicata all’universo e all’osservazione di quella piccola parte di cielo e stelle che vediamo dalla Terra, ispirata dal pensiero di Giuseppe Sermonti.
“Sermonti pubblicò nel 2003 sulla rivista spagnola “Beroso” alcuni lavori rivoluzionari, nei quali dimostrò come l’alfabeto (in primis il greco) nacque millenni fa dall’osservazione delle costellazioni. “L’alfabeto scende dalle stelle” (Mimesis, 2009), che ripropone ed approfondisce l’argomento, è un piccolo capolavoro. Il cielo, fonte privilegiata del sacro e del mito, fornì ai nostri antenati una tavola in cui leggere storie e messaggi. Codificare sulla Terra, mediante lettere e parole scritte, ciò che nella volta celeste era disegnato, fu per l’uomo come un atto di creazione. Dopo aver alzato lo sguardo alle stelle, l’umanità abbassò gli occhi e tradusse la potenza immaginifica e comunicativa degli astri notturni attraverso le prime forme di scrittura. Lo zodiaco e le costellazioni della Via Lattea, così come gli archi di cielo attraversati dalla Luna, furono i primi insegnanti del genere umano, il quale seppe ascoltare e riprodurre la musica delle sfere.” Mauro Scacchi
17 Gennaio – prorogata fino al 20 Aprile In ricordo di Giuseppe Sermonti
“Il cielo è un muro intonacato che aspetta di essere effigiato con segni primordiali, lettere vaganti che cadono come squame da un cerchio nero (o bianco) che può essere una luna nuova o un sole all’aurora. O un buco nero. In principio erat verbum.“ Giuseppe Sermonti, Osaka Group of Dynamic Structuralism
Burning Giraffe Art Gallery, Via Eusebio Bava 8/A, Torino (IT) Orari: da Martedì a Sabato, 14:30 – 19:30, Domenica su appuntamento +39 011 583 2745 – info@bugartgallery.com La galleria rimarrà chiusa per eventi fieristici dal 23 Febbraio al 6 Marzo e dal 20 al 25 Marzo
così raccontato da Giulia Zonca,“La Stampa, Torino” (19.01.2019):
“[…] Da un lato le cartine che dovrebbero dare certezza e dall’altro lato lo spazio evocato dal genetista Giuseppe Sermonti. Un infinito dove il nostro atavico senso di territorialità evapora […] “;
e da Olga Gambari,“La Repubblica, Torino” (17.01.2019):
“[…] Cartine geografiche su cui lettere, parole e frasi dipingono una poesia visiva che si interroga sul concetto di vicino e lontano, di confini reali e altri invisibili attraverso ambiti come la quotidianità personale o la politica internazionale. La mostra è un percorso che si alza in volo da territori circoscritti fino all’immensità dell’universo, annullando il concetto di confini e di limite proprio riferendoli alla relatività del punto di vista”.
Le immagini degli articoli si trovano qui sotto, le ultime.
Opiemme, Vortex - Impressum, 2018, tempere e spray su tavola, cm 82x83
Una foto di Tecla Azzarone
Una foto di Tecla Azzarone
Opiemme, Iglesias, 2016, acrilico su cartina d'epoca, 20,5 x 15,5 cm Courtesy Burning Giraffe Art Gallery
Whitelight Art Gallery, in collaborazione con Copernico, porta a Milano, Torino e Roma “di Parole faccio Arte”, una mostra tematica composta da tre personali e una collettiva in tre delle maggiori città italiane. Protagoniste le opere di Giorgio Milani, Sabrina D’Alessandro e Opiemme: tre artisti e tre diverse prospettive per un viaggio itinerante alla riscoperta della parola e della sua rappresentazione nell’arte visiva.
Tre linguaggi per comunicare una forma espressiva che collega parole e immagini, che esalta la poesia trasformandola in arte urbana, pittura, scultura, installazione interattiva e campo di ricerca. La parola eletta a protagonista di un viaggio a tre corsie, che in parallelo mostrerà tre visioni e tre espressioni, tre generazioni e tre generi a confronto.
Particolare di “Mi gran ti”, 2016, acrilici, cartine geografiche d’epoca e colla su tela, 30 x 30 cm
Martedì 30 gennaio 2018 sarà presentato il progetto presso la sede della Whitelight Art Gallery, in via Copernico 38 a Milano, con vernissage alle ore 19 della mostra collettiva, visitabile per tutto il 2018 (orario: da lunedì al venerdì ore 10-18, sabato e festivi su appuntamento info@whitelightart.it).
Le date e le location delle personali di Opiemme saranno: a Roma – Clubhouse Barberini Via San Basilio, 48 dal 2 marzo 2018 al 23 aprile 2018 a Torino – Copernico Garibaldi C.so Valdocco, 2 dal 18 maggio – al 10 settembre 2018 a Milano– Copernico Centrale, Via Lunigiana, 13 dal 2 Ottobre – al 21 dicembre 2018
Visite solo su appuntamento da lunedì a venerdì, contattando m.menegon@whitelightart.it, Whitelight Art Gallery
Opiemme, Black hole sun, 2017, Kapitana Stefana Pogonwskiego 5/7 Street, Łódź, Poland. Urban Forms Ph: Paweł Trzeźwiński
Opiemme, Black hole sun, 2017, Kapitana Stefana Pogonwskiego 5/7 Street, Łódź, Poland. Urban Forms Ph: Paweł Trzeźwiński
Opiemme, Black hole sun, 2017, Kapitana Stefana Pogonwskiego 5/7 Street, Łódź, Poland. Urban Forms Ph: Paweł Trzeźwiński
Una pittura in freestyle per Urban Forms. Un componimento che si basa sul ritmo ripetitivo degli elementi. Questi, da sinistra a destra, producono l’illusione di un lento movimento di crescita del soggetto, come fossero singoli frames di una pellicola, o gli scatti di una ripresa in stop-motion. Il background in bianco e nero accoglie dei calligrammi che compongono gradualmente cerchi/pianeti.
Riflettendo sull’apparente immobilità dei grandi corpi celesti nell’universo, data dalle loro dimensioni. Su questa staticità “immortale”, e con in testa la canzone dei Soungarden “BlackHoleSun”, prende forma un murale dedicato a Chris Cornell, scomparso pochi giorni prima, il 18 Maggio 2017.
Opiemme, Black hole sun, 2017, Kapitana Stefana Pogonwskiego 5/7 Street, Łódź, Poland. Urban Forms Ph: Paweł Trzeźwiński
Opiemme, Black hole sun, 2017, Kapitana Stefana Pogonwskiego 5/7 Street, Łódź, Poland. Urban Forms Ph: Paweł Trzeźwiński
Opiemme, Black hole sun, 2017, Kapitana Stefana Pogonwskiego 5/7 Street, Łódź, Poland. Urban Forms Ph: Paweł Trzeźwiński
Opiemme, Black hole sun, 2017, Kapitana Stefana Pogonwskiego 5/7 Street, Łódź, Poland. Urban Forms Ph: Paweł Trzeźwiński
Opiemme, Black hole sun, 2017, Kapitana Stefana Pogonwskiego 5/7 Street, Łódź, Poland. Urban Forms Ph: Paweł Trzeźwiński
Un video dell’Istituto “Via Giuseppe Messina”, Cinecittà, Roma Fonte SkyArte:
Dopo l’intervento urbano a Lodz, in Polonia, conclusosi con un lancio di uova ripiene di vernice colorata, Opiemme ha nuovamente coinvolto il pubblico locale nella realizzazione del suo nuovo murale, intitolato Pesci/Pisces. Questa volta sono stati gli alunni dell’Istituto Comprensivo ‘Via Giuseppe Messina’ di Roma gli attori della performance partecipata, ideata dall’artista torinese nell’ambito della seconda edizione della Settimana della Scuola Pubblica del VII Municipio, con lo scopo di valorizzare all’esterno il grande lavoro che viene svolto quotidianamente nelle scuole. “La parola al centro dell’intervento
collettivo doveva essere una sola come in Polonia, prima da cancellare e poi da sostituire – ci ha raccontato Opiemme. – Invece, ho deciso che ne avrei messe quante più possibili per soddisfare e far sentire partecipi i bimbi”. Così, quasi 1000 scolari di età compresa tra i 3 e i 13 anni hanno scelto le parole che non volevano più sentire nominare nelle proprie classi, come indifferenza, razzismo e mafia (quella più difficile da eliminare) e le hanno cancellate gettando sul muro dipinto 350 uova piene di colore. Successivamente l’artista ha disegnato sopra, in modo circolare, i loro corrispettivi positivi, fino a creare la Costellazione dei Pesci: un simbolo di rinascita, per la scuola e il suo quartiere.
Nel suo primo romanzo “Una Donna”, Sibilla Aleramo descrive il suo arrivo nella città di Civitanova Marche, all’età di undici anni, e il primo incontro con il mare. I delfini simboleggiano questo incontro e rapimento, sono un calligramma composto da quelle parole che, all’inizio del libro, descrivono quell’incontro col mare: “The sea was a bad expanse of silver, the sky an infinite smile resting upon my head…”. “My lungs drank in with avidity all that free air, that salty breath. I would race up and down in the sun on the shore and face the waves as they curled on the sand.” “Delfini” è un murale site-specific che fa riferimento alla dura vita della Sibilla Aleramo. Un vortice di delfini vuole creare una relazione fra il mare e quello che la donna affrontò: stuprata da quello che sarebbe divenuto suo marito, e che lavorava nell’azienda del padre. Nella mitologia ci sono molte storie che connettono i delfini al salvataggio. Sibilla Aleramo divenne il simbolo di una nuova donna che controlla la sua vita, una donna che salvò se stessa da una vita scritta. Il proverbio latino “per aspera ad astra” (in alto a destra) fa da commento alla sua vita. In alto a sinistra, la firma di Opiemme si accompagna ad una frase dell’artista “Il vento mi scompiglia i pensieri”. La composizione del murale fa riferimento alla serie “Vortex” di Opiemme, con questa spirale di delfini, e la costellazione stessa del Delfino che la taglia a metà.
In occasione di un murale dedicato alla scrittrice Sibilla Aleramo, a Civitanova Marche per “Vedo a colori” e per Giulio Vesprini, è nata una nuova serie di stencil su carta. Il vortice di delfini è un calligramma, composto dalle parole di Sibilla Aleramo nel suo romanzo “Una Donna”, dove descrive il suo primo incontro col mare a Civitanova. Per vedere tutti i pezzi della serie, scrivi qui.
Testo da “Una donna”: “[…] Sole, sole! Quanto sole abbagliante! Tutto scintillava, nel paese dove io giungevo: il mare era una grande fascia argentea, il cielo un infinito riso sul mio capo, un’infinita carezza azzurra allo sguardo che per la prima volta aveva la rivelazione della bellezza del mondo. […]”
Opiemme, Delfini, 2017, spray su carta da spolvero, 50 x 35 cm
Opiemme, Delfini, 2017, spray su carta da spolvero, 50 x 35 cm
Opiemme, Delfini, 2017, spray su carta da spolvero, 50 x 35 cm
Il calligramma dipinto a Roccavignale (Sv) su un edificio, che è scuola, ufficio postale e sede del Comune, è un uccello migratore i cui contorni sono stati ottenuti da un mix fra quelli di alcuni volatili: fenicottero, cicogna, airone, gru e cormorano.
Ha tre zampe, è fermo ma si muove. Queste le parole all’interno della sua figura:
“Io sono migrante
non ho nazione
non sento confini.
Seguo la luna
vivo fra cielo e terra
fra alberi e stelle”
Opiemme, 2016
Opiemme, I am migrant – Fenigruottero Cirogna, 2016, Roccavignale
Opiemme, I am migrant – Fenigruottero Cirogna, 2016, Roccavignale
Opiemme, I am migrant – Fenigruottero Cirogna, 2016, Roccavignale
Opiemme, I am migrant – Fenigruottero Cirogna, 2016, Roccavignale
Opiemme, I am migrant – Fenigruottero Cirogna, 2016, Roccavignale
Opiemme, Taurus, 2016, Lodz (Poland), Urban Forms Foundation
Un progetto site specific per Urban Forms Foundation a Lodz, Polonia, sito in 20 Jaracza Street nei pressi del centro città. La comunità locale è stata coinvolta in una performance collettiva. La parola “blame” (colpa, in polacco “wina”), posta a stencil in un cerchio nero, è stata cancellata tirando 300 uova riempite di colore, in un momento di partecipazione del pubblico. Opiemme ha poi dipinto una minimale costellazione del Toro, e la parola “colpa/wina/blame”, coperta dal colore, è stata sostituita con “destiny” e la parola polacca “możliwości” (opportunità) che meglio si adattava al contestoIl murale rientra nella serie “Vortex”, in questo caso ispirato dalla costellazione del Toro che è il segno zodiacale del più
famoso urbanista di Lodz, l’architetto Hilary Majewski (15 Maggio 1838), che visse vicino a quest’area. Majewski, con il suo design architettonico, ha largamente dato forma al centro storico di Lodz. Il cerchio più grande, riempito dai colori e risultato della performance collettiva, simbolizza Aldebaran, una stella gigante arancione, situata a 65 anni luci dal nostro sole, circa 500 volte più luminosa del Sole e una quarantina di volte più grande. La costellazione del Toro, è stata scelta perchè simbolizza un’idea di forza e rinascita.
Opiemme, Taurus, 2016, Lodz (Poland), Urban Forms Foundation
Opiemme, Taurus, 2016, Lodz (Poland), Urban Forms Foundation
Opiemme, Taurus, 2016, Lodz (Poland), Urban Forms Foundation
Opiemme, Taurus, 2016, Lodz (Poland), Urban Forms Foundation
Opiemme, Taurus, 2016, Lodz (Poland), Urban Forms Foundation
Opiemme, Taurus, 2016, Lodz (Poland), Urban Forms Foundation
Opiemme, Taurus, 2016, Lodz (Poland), Urban Forms Foundation
Opiemme, Taurus, 2016, Lodz (Poland), Urban Forms Foundation
16 Luglio – 2 Ottobre 2016, Pinacoteca Civica, Follonica
Apnea, 2016, spray su tela, 300 x 150 cm
Dal 16 Luglio al 2 di Ottobre un nuovo capitolo di Vortex alla Pinacoteca Civica Modigliani (Follonica) per la mostra diffusa “Heart-shaped box”, a cura di Karin Gavassa.
Inaugurazione Ph: Andrea Landini
Opiemme, La storia è migrante, 2016, spray su carta, 130 x 130 cm
Opiemme, Magma, 2016, spray su legno, 136 x 96,5 cm
« Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto.» (Apocalisse 12,1-2)
L’installazione è situata in un’oratorio privato nei pressi di Siena.
Opiemme, Una donna vestita di luce, 2016, 140 x 140 x 15 cm
Opiemme, Una donna vestita di luce, 2016, 140 x 140 x 15 cm
Opiemme, Una donna vestita di luce, 2016, 140 x 140 x 15 cm
Un tributo a Felice Cascione, partigiano che compose la canzone “Fischia il vento”, brano simbolo della resistenza. Da quello sono tratte le parole al centro del murale: “Nella notte lo guidano le stelle”.
La pittura murale è stata realizzata dai ragazzi del “Liceo Vieusseux” di Imperia. Qui raccontato da “La Republica“
Dal 6 Marzo al 18 Aprile 2015 nuovi lavori “VORTEX” saranno presentati alla galleria Portanova12. Le fotografie sono di Rosy Dennetta e Mario Covotta
“Il cielo è un muro intonacato che aspetta di essere effigiato con segni primordiali, lettere vaganti che cadono come squame da un cerchio nero (o bianco) che può essere una luna nuova o un sole all’aurora. O un buco nero. In principio erat verbum” Giuseppe Sermonti, dell’Osaka Group of Dynamic Structuralism
Opiemme presenta un ciclo di mostre intitolato “Vortex”, parola latina che significa vortice, gorgo, e rimanda alla spirale, un simbolo di vita, che rispecchia la forma della nostra galassia, la Via Lattea, spirale perfetta. Influenzato dal libro del genetista Sermonti, “L’alfabeto scende dalle stelle”, e da un’attrazione verso tutti quelli che sono i misteri che regolano l’universo, Opiemme dipinge astri da cui volteggiano lettere, come polvere di stelle.
In questa nuova visione dell’artista l’universo è simbolo di equilibrio, e ogni suo elemento è interconesso. Emerge un’ispirazione alla “Teoria del tutto” di Stephen Hawking.
Opiemme “compie un salto e si lascia alle spalle la street art dei suoi esordi facendola evolvere in una personale versione di poesia visiva”, scrive la critica Olga Gambari sulle pagine di Repubblica, e continua “c’è la pittura, che si staglia su tutto come simbolo, nette forme nere che imprimono un marchio e rendono segni primari e alfabeto un’icona.”
Si distinguono due diversi stili sullo stesso tema: in uno il colore è protagonista, con un fitto dripping che, quando la pittura si fa più figurativa, ricorda il puntinismo; il secondo si realizza su fogli d’epoca di giornale e di mappe e la pittura è essenziale, ridotta, asciuttta e basilarmente nera.
Nei testi critici questo suo lavoro viene così descritto da Maria Letizia Tega prima : “scardina l’analisi saussuriana, scinde significato e significante, non vi è più presupposizione reciproca e le lettere si spogliano del loro ruolo. Non catturano l’attenzione di chi osserva costruendo parole, diventano soltanto delle macchie di colore, degli elementi astratti.“; e poi da Daniele Decia che sottolinea ulteriormente come una componente astrattistica compaia nel suo lavoro e la definisce, con un gioco di parole che unisce informale e poesia visiva, “lettere informali”: “crea immagini fatte di parole (lettere), ora queste si frammentano e le lettere volteggiano arricchendosi di una componente astrattistica (informale).”
Il legame storico e l’attenzione sono rivolte al giocare con le lettere, al disegnare con le parole, e al lavorare sulla poesia. Cosa che lo mette profondamente in contatto con la poesia visiva italiana, e con tutti quei movimenti che hanno usato la parola unita alle immagini.
Debito che Opiemme riconosce, e che trova negli spazi galleristici, nelle scatole bianche, il territorio perfetto per un dialogo con le avanguardie del passato.
La ricerca condotta su ‘Vortex’ ci permette di vedere il lavoro dell’artista di Torino nella sua completezza. Spesso chiamato il poeta della street art, Opiemme da sempre lavora per portare la poesia in ambienti pubblici (senza distinzione fra outside e indoor) affinchè i testi possano raggiungere occhi che li leggano. La street art, in questo processo/manifesto, è ed stata solo un medium all’interno del suo operato. Il medium della libertà, in un lavoro che è stato ispirato ed ha profonde connotazioni di arte pubblica, evidenti in una pittura murale come quella dediata a Wislawa Szymborza a Gdansk in Polonia, in un lavoro su 10 piani di palazzo che si fa site-specific, e riconosciuto a posteriori dalla Fondazione del premio nobel 1996 per la poesia. Presenta così un lavoro che in galleria si fa più profondo ed entra nella sintassi della ricerca, mostrandocene le diverse forme.
Orari Giovedì, Venerdì, Domenica dalle 16 alle 19 Sabato dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19
LETTERE INFORMALI Un estratto dal testo critico a cura di Daniele Decia.
[…] perché “lettere informali”? In realtà è un gioco di parole che utilizzo per fondere due generi artistici, l’informale e la poesia visiva, così come l’artista li incorpora nei suoi lavori murali e pittorici. “Vortex” è il titolo di una serie di mostre in cui il lavoro di Opiemme si rivolge al cielo, all’universo, ai soli, ai pianeti, alle stelle che l’artista scopre come un altro da sé; interiore, sognante e consolante. Crea immagini fatte di parole (lettere), ora queste si frammentano e le lettere volteggiano arricchendosi di una componente astrattistica (informale). C’è qualcosa di più potente, di molto più forte dell’agire umano, qualcosa in grado di creare e resettare tutto. L’uomo non è troppo prezioso. L’equilibrio della terra lo è, la bellezza della vita, pur nella brutalità della sopravvivenza. Le stelle sono un ottimo luogo dove appoggiare sogni, riflessioni, poesie. Sono proprio queste riflessioni, nate da un approfondito studio del testo di Giuseppe Sermonti “L’alfabeto scende dalle stelle”, ad affascinare Opiemme, a catapultarlo in questa sua nuova figurazione e a far sì che nei suoi recenti interventi, dalla Polonia alla Thailandia passando per il Sudamerica, i suoi “vortex” irradino lettere e sviluppino vera e propria poesia visiva muralista. […]
Stand 11 – BI-BOx Art Space, Biella Stand 12 – Portanova12, Bologna
Setup è l’occasione per presentare i nuovi lavori di “VORTEX”, che saranno protagonisti di una serie di mostre fra Biella (il 6 Febbraio presso BI-BOx), Bologna (il 6 Marzo presso Portanova12) e Milano (il 12 November presso Studio D’Ars). Quadri dedicati al cielo e alle stelle, composti di lettere e poesie. A porre le basi di questa ricerca è un libro, “L’alfabeto scende dalle stelle” del genetista italiano Giuseppe Sermonti, autore di un testo astronomico che unisce figure mitologiche e costellazioni alla comparsa degli alfabeti nella storia dell’uomo. Così su Sky Arte, riferendosi ad murale di 10 piani realizzato a Gdansk e tributo al premio Nobel per la poesia 1996, Wislawa Szymborska, Francesco Sala descrive uno di questi lavori: “L’effetto, esteticamente stupefacente, trova forza concettuale nelle teorie sull’origine astrale del linguaggio proposte a suo tempo da Sermonti. Esiste una correlazione tra la scrittura e le forme e formule che regolano l’universo? L’immagine delicata di un alfabeto che cade direttamente dal cielo, come sublime polvere di stelle, sembra indurre una risposta fascinosamente positiva.”
Setup Fair Bologna, Piazza XX Settembre 23-25 January 2015
“Asunciòn” è una pittura con David De La Mano, nei pressi della chiesa di Nuestra Senora de los Dolores Tierra Santa, all’angolo fra Av. 8 de Octubre e Estero Bellaco.
La figura e Il testo di Julio Cortàzar, dal poema “Oh notte assisti” (qui utilizzati in spagnolo – Oh noche, asiste a tus estrellas solitarias), dialogano proprio con la chiesa nelle vicinanze.
David De La Mano + Opiemme, Asunciòn, 2014 Montevideo
David De La Mano + Opiemme, Asunciòn, 2014 Montevideo
David De La Mano dipinge sotto la chiesa di Nuestra Senora de los Dolores Tierra Santa
David De La Mano + Opiemme, Asunciòn, 2014 Montevideo
“Irradiation” è un nuovo murales a Bologna, in piazza XX Settembre, vicino alla stazione centrale e posto sul tetto dell’Autostazione dei bus. “Vortex” e”Irradiation” è una serie di lavori ispirati dalle stelle, dal cielo e dall’universo. “L’alfabeto scende dalle stelle”, libro del genetista Giuseppe Sermonti, si sposa con questa ricerca.
“Volevo dipingere quel piccolo spot dal 2012. Poi a Gennaio 2014 ho ricevuto un premio alla Fiera Setup. Mi hanno presentato la direzione di Autostazione, dove la fiera è ospitata, e ho subito chiesto: Posso dipingere quel casotto?” Opiemme
Egli desidera il tessuto del cielo di William Butler Yeats
Se avessi il drappo ricamato del cielo, intessuto dell’oro e dell’argento e della luce, i drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte dai mezzi colori dell’alba e del tramonto, stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi: invece, essendo povero, ho soltanto sogni; e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi; cammina leggera perché cammini sopra i miei sogni.
Dal 6 al 9 Novembre, alcuni nuovi disegni su cartina saranno in mostra a The Others Fair (Torino), presso gli stand A16-A18 della galleria BI-BOx Art Space gallery, diretta da Irene Finiguerra. Artisti presentati: Francesco Casolari, Foto Marvellini, Alessandra Maio, Opiemme
E’ una viva fascinazione per la volta celeste che spinge Opiemme a riflettere sulla forte interdipendenza tra uomo e cosmo, ad approfondire un sapere che era empirico, un cielo che si viveva ed era di consiglio. A inizio 2014 nascono una serie di lavori su tela intitolati “Vortex” e “Irradiation”. Lavori passionali che mischiano emozioni e creano una destrutturazione estetica delle parole e delle lettere.
Così Francesco Sala, su ArteSky.it, descrive una cascata di lettere che si diffonde da un “astro nero”: “L’effetto, esteticamente stupefacente, trova forza concettuale nelle teorie sull’origine astrale del linguaggio proposte a suo tempo da Giuseppe Sermonti e poi riprese negli studi di Josè Fernandez Quintano. Esiste una correlazione tra la scrittura e le forme e formule che regolano l’universo? L’immagine delicata di un alfabeto che cade direttamente dal cielo, come sublime polvere di stelle, sembra indurre una risposta fascinosamente positiva.” (18 Agosto 2014)
Una performance per il F.A.C.K. Festival a Cesena di Opiemme e OperaRotas in MARATONA PERFORMANCE, a cura di Paolo Angelosanto. “Alla ricerca della comunicazione perduta su un tappeto di stelle e lettere, fra sogni, speranze, e dubbi, la performer incarna una Gaia Terra, eterea e pura, che cerca di ritrovare il contatto con l’umanità attraverso parole e poesia.” Foto di Abele Gasparini